Se hai già un sito web o un ecommerce questa guida non è per te, ma potresti trovare comunque qualcosa a cui non hai mai dato importanza o di curioso spulciando tra le tante analisi presenti e i suggerimenti dati.
Se invece la tua azienda non ha ancora avviato una presenza digitale e deve scegliere il nome da dare al proprio sito web (o dominio), allora sei nel posto giusto, perchè ti aiuterò nella scelta migliore per definire “l’indirizzo del tuo ufficio o negozio sul web” che porterà i tuoi clienti o potenziali tali a ricordarsi di te e a riconoscerti ovunque.
Perchè è importante scegliere il nome corretto per il dominio della propria azienda?
Il nome del sito, o dominio, è il diretto legame con un marchio per quanto riguarda la presenza online.
Il dominio di un sito può coinvolgere le seguenti aree:
- immediata riconoscibilità del marchio
- facile memorizzazione per accessi diretti futuri
- accesso rapido senza utilizzare preferiti o motori di ricerca
- “base” per lo standard dei nomi da adottare su social medias e altri canali ufficiali
- visibilità più elevata nei motori di ricerca (impatto diretto con la SEO)
- conformità con gli standard di sicurezza adottati dai maggiori web browsers
E’ quindi un fattore che impatta direttamente la cosidetta Brand Awareness, il traffico SEO e la UX.
Creare un dominio senza controllare che tutte le impostazioni minime siano state effettuate correttamente può danneggiare un brand nel lungo periodo e in caso di problemi “insormontabili” necessita di una migrazione del sito o ecommerce verso un nuovo dominio, con elevati costi di gestione della migrazione lato supporto tecnologico e SEO.
Quindi perchè non fare le cose bene sin da subito e concentrarsi su altri aspetti più importanti e complessi per il proprio business online?
Eccoti servito.
I 9 passi per la scelta del corretto nome di dominio per il tuo sito web e ecommerce
Usa il nome del tuo brand
E’ ovviamente il punto più ovvio di tutti, ma è bene ricordarlo.
Il nome del sito di uno specifico marchio deve avere il nome del marchio, non dell’azienda se si tratta di un marchio parte di un gruppo.
Ti faccio un esempio reale declinato nel mondo della moda:
Il gruppo Rede ha due diversi brand: RED e REDE (che pur avendo lo stesso nome della casa madre è tutt’altra cosa per l’utente finale).
Attualmente esiste solamente un sito che gestisce tutte e tre le entità: https://www.redegroup.it
Gli ecommerce e la sezione relativa alle informazioni del gruppo si trovano tutte sotto lo stesso sito, differenziate solamente da sezioni o nomi pagina differenti.
E’ ovviamente la soluzione meno utile per quest’azienda se vuole direzionare correttamente i clienti di RED e REDE o le aziende che hanno bisogno di ulteriori informazioni sul gruppo per eventuali collaborazioni.
La soluzione ottimale sarebbe:
- Rede Group: www.redegroup.com – con un sito dedicato solamente al gruppo e i rimandi ai brand di proprietà
- REDE (il marchio con ecommerce): www.redeofficial.com (poichè rede.com e rede.it non sono più disponibili per l’acquisto) – con sito ed ecommerce dedicato al brand
- RED: www.redofficial.com (poichè red.com e red.it non sono più disponibili per l’acquisto) – con sito ed ecommerce dedicato al brand
In questo modo ogni sito potrà avere le sue pagine social, le email di contatto, i canali marketing dedicati e specifici.
Era un tema ovvio, ma che ancora adesso necessita di essere ricordato per non cadere in errori di gestione futuri.
Non usare i numeri
L’utilizzo dei numeri all’interno della URL è visto da molti utenti come SPAM, poichè nel tempo i maggiori siti hanno sempre convertito i numeri in lettere se sono parte del nome delle aziende.
In aggiunta a questa tematica è da sottolineare come diventi necessario avere un doppio dominio per tutti coloro che digitano in maniera errata la URL se anzichè inserire il valore numerico scrivono direttamente il numero in lettere, proprio perchè abituati a URL di “sole lettere”.
Inoltre in fase di “dettatura” dell’URL non è comodo specificare se la parola è numerica o testuale.
Non includere parole relative alla tua categoria e prodotto
Più in generale
Il nome del sito deve contenere solamente il nome del marchio
Solo nel caso in cui il dominio sia già stato “preso” da un azienda omonima o non disponibile per l’acquisto suggerisco di appendere dopo il nome del marchio la parola official.
Alcuni esempi reali (oltre quelli ipotizzati per RED e REDE nel punto precedente):
- www.copaofficial.com (il detentore del dominio .com è l’omonima compagnia aerea)
- www.cultofficial.com (il .com è di proprietà di un marchio danese di bevande)
- www.emmetiofficial.com (in questo caso .com per il segmento condizionatori e .it per hotel)
- https://www.philosophyofficial.com (in questo caso il .it è di proprietà del brand stesso che ha deciso di fare un reindirizzamento totale verso il dominio “official”)
Per i domini vale la regola del “chi prima arriva prima si prende il dominio migliore”, più simile al nome esatto della propria marca o azienda, e chi arriva dopo deve adeguarsi come nei casi appena visti.
Usare official è la maniera migliore per differenziare un dominio poichè può essere usto sia per un sito web “istituzionale” che per un ecommerce o un mini sito dedicato ad una collaborazione o limited edition.
Stesso discorso nell’inserire parole relative alle categorie o al settore di vendita: fashion, apparel, camicie, shoes, bags, jeans, cashmere, e simili non hanno alcun utilità ai fini di:
- orientare i motori di ricerca nel definire la corretta categoria di prodotti venduta: siamo nel 2020 e ormai tutti i motori di ricerca sono in grado di riconoscere il contenuto (e la qualità) di un sito dai contenuti testuali al suo interno, dalle immagini, dalle citazioni da altri siti. Se un brand si chiama Gucci e il suo sito è gucci.com stai certo che Google sa bene cosa vende.
- gestire un catalogo in evoluzione in termini di categorie merceologiche vendute: se mi chiamo “shoes” e poi nel tempo ho aggiunto le linee di abbigliamento e pelletteria ha poco senso quel nome nel dominio.
- miglioramento della visibilità SEO per le parole chiave nel dominio. Nel video che trovi di seguito puoi notare come Google in persona dica già nel lontano 2011 che le parole chiave nel dominio hanno perso di importanza rispetto ad altri fattori di ranking rispetto ai competitors, e nel 2017 ha attivato l’algoritmo Exact Match Domain per “punire” chi usa questa pratica con il solo scopo di posizionarsi più in alto nelle ricerche.
Usa il metodo del “tutto attaccato”
Per la definizione del nome del tuo sito ti consiglio di non usare i “trattini” per creare la spaziatura visiva tra le diverse parole.
E’ vero che a livello di lettura può risultare più chiaro, ma quando l’utente digita l’url sul browser tende per abitudine generale a digitare il nome del sito “tutto attaccato” (pratica che spesso si ritrova anche nelle ricerche SEO dato che l’utente inizia a digitare e poi non sapendo se è .com o .it demanda a Google la ricerca del sito ufficiale).
Per evitare che alcuni utenti possano andare su domini non esistenti perchè digitati incorrettamente è meglio adattarsi a ciò che fanno la maggior parte dei siti (che per l’appunto abituano ed educano le modalità di interazione degli utenti).
Un esempio di dominio impossibile da memorizzare è quello di Off White: www.off—white.com (se non si legge bene sono 3 trattini).
Va bene che è un brand alternativo e di tendenza ma quanti si mettono a digitarlo in maniera corretta nella barra del browser?
Ho fatto una delle mie solite analisi e puoi vedere quanti siti usano la modalità “tutto attaccato” anzichè l’inserimento dei trattini:
Il 95% dei brand di moda italiani utilizza un dominio senza “trattini”
Campione rappresentativo di 900 marchi fashion italiani.
Utilizza la giusta lunghezza
Se hai fatto i primi 3 passi è ora di parlare della lunghezza del nome del sito, che non dev’essere troppo lungo da digitare e memorizzare.
Non esiste una regola scritta di quanto un URL debba essere lungo, ma per comodità ti consiglio di tenerlo sotto i 15 caratteri (escludendo il https://www. e il .com da questa conta) così da avere un URL “compatto”.
Su questa tematica vedo tre problematiche:
- velocità di caricamento della pagina (rendering): se le mie URL hanno un nome da 10 caratteri rispetto ad uno da 30, tutti i richiami nel codice HTML della pagina (link, immagini, css, javascript) avranno 1/3 della lunghezza per quella parola andando a velocizzare il caricamento della pagina, anche se solo di qualche nanosecondo.
- visualizzazione URL su browser mobile: l’esempio più estremo che ho trovato riguarda Aeronautica Militare, che con la sua URL https://www.aeronauticamilitareofficialstore.it occupa ben 32 caratteri solo per il nome “aeronauticamilitareofficialstore”. Se apro la URL sul mio browser android la visualizzazione è quella che trovi nello screenshot sottostante, ed è “troncata” sulla fine del URL:
- Utilizzo su materiali cartacei. Se il dominio è troppo lungo sarà difficile adattarlo senza renderlo microscopico su eventuali vetrofanie da applicare in vetrina, su bigliettini da visita, pubblicitità su riviste, flyer, elementi di packaging (ad esempio scatole o buste).
Inoltre, puoi vedere dalla mia analisi qual é la lunghezza media dei nomi dei siti dei brand italiani di moda:
La lunghezza media del nome del sito è di 10 caratteri per il settore moda e abbigliamento italiano
Il dato prende in considerazione il nome del sito escludendo il 1° livello del dominio (ad esempio il “.com”) e il 3° livello del dominio (ad esempio “www.”).
Valori calcolati sul numero di brand.
Campione rappresentativo di 900 marchi fashion italiani.
Dati per esteso in formato tabellare:
Lunghezza nome sito | % | Nr. brands |
---|---|---|
A. da 0 a 5 caratteri | 10,3% | 93 |
B. da 6 a 10 caratteri | 45,3% | 408 |
C. da 11 a 15 caratteri | 33,8% | 304 |
D. da 16 a 20 caratteri | 10,1% | 91 |
E. oltre 20 caratteri | 0,4% | 4 |
Cosa avrebbe potuto fare Aeronautica Militare? scegliere il dominio disponibile “aeronautica-militare.com”.
Ma hai detto sopra di non utilizzare i trattini? Vero, ma il dominio “aeronauticamilitare.com” e “aeronauticamilitare.it” non sono disponibili per un acquisto “economico” (il .com è in vendita per oltre 25mila euro), e aggiungere “official” rende comunque la lunghezza di 27 caratteri, che è comunque troppo lungo.
Usando il trattino si riduce ulteriormente la URL ad un naming di 20 caratteri rispetto ai 32 attuali ed è sicuramente più memorizzabile dell’avere “officialstore” nel nome.
.com o .it : quale estensione scegliere?
Arrivati a questo punto dovremmo avere finalmente il nome del nostro sito, ottimizzato nella lunghezza e visualizzazione per l’utente. Ora è il momento di definire il cosidetto Top Level Domain o Dominio di 1° Livello, che è facilmente individuabile nei famosi .com, .org, .net e il nostro .it .
Quale scegliere?
Il mio suggerimento è di usare il .com che essendo “internazionale” può aiutare un sito web quando sarà necessario localizzare un sito ad esempio in Cina dove è necessario usare un dominio .cn , creando così una sorta di gerarchia con il .com a gestione di tutti i paesi e le varie estensioni locali nel caso sia necessaria una localizzazione del 1° livello di dominio.
Può inoltre essere utile gestire i paesi in questo modo, quando ad esempio un nostro distributore vuole aprire all’estero un suo ecommerce (ipotizziamo la Russia), mantenendo il nome del sito “ufficiale”. In questo modo potrà usare il dominio con estensione .ru per gestire il proprio ecommerce localizzato in Russia e dal .com si potrà inserire il link per gli utenti che navigano o vogliono visitare la versione locale.
Ovviamente se non è disponibile il .com si potrà usare il .it che può essere utile per comunicare il “made in”.
Sconsiglio di usare naming per il 1° livello del dominio del tipo: .eu , .cloud , .online , .shoes , .shop , .style , .world , .clothing , .website , .info , .bio , .luxury
Sono tutti esempi esistenti per alcuni brand individuati all’interno della mia analisi, e rendono meno “credibile” il sito a prima vista (alcuni di questi sembrano domini fake se inseriti vicini ad un top name, tipo armani.luxury o versace.world).
Anche lato SEO, relativamente al Top Level Domain ci viene nuovamente incontro Google che rispondendo esattamente alla tematica (e ribadendo nuovamente i concetti del sulle keywords nel nome del dominio), conferma come usare un .scarpe non avrà alcun effetto benefico per chi cercherà la parola “scarpe” su Google.
Anche per questa tematica ho analizzato la situazione attuale del mondo fashion italiano:
1° livello del dominio del sito per i brand della moda italiana
Valori calcolati sulla % di brand.
Campione rappresentativo di 900 marchi fashion italiani.
Il 56% dei brand di moda italiani utilizza l’estensione .com per il proprio sito web
Dati per esteso in formato tabellare:
1° livello di dominio | % | Nr. brands |
---|---|---|
.com | 55,6% | 500 |
.it | 39,9% | 359 |
altro | 4,6% | 41 |
Inizia con il www
Abbiamo finalmente deciso che il nostro sito si chiamerà “nomebrand.com”, ma mancano ancora alcuni passi per finalizzare il tutto e proseguire nell’acquisto del dominio ufficiale.
Uno i questi passi è la scelta del nome da dare al sottodominio principale o terzo livello del dominio, ovvero il famoso www.
Io consiglio di usare proprio il classico www per denominare il nome del tuo sito poichè usare altri naming può incidere nella creazione di:
- landing pages o mini siti dedicati ad un progetto speciale (ad esempio Gucci ha creato 3 diversi sottodomini per 3 differenti progetti: chime.gucci.com , nospacejustaplace.gucci.com , acquadifiori.gucci.com , ognuno con la sua grafica dedicata e differente dal sito ufficiale)
- per lasciare alla piattaforma ecommerce la gestione multicountry che potrebbe essere controllata solamente via sottodominio da una specifica piattaforma o installazione tecnica (ad esempio it.diesel.com , it.loropiana.com , it.maxmara.com/ che con it. definiscono il sito che permette di acquistare dall’Italia).
Di seguito puoi notare come viene gestito il sottodominio principale da parte dei brand del fashion italiani.
3° livello del dominio del sito per i brand della moda italiana
Valori calcolati sulla % di brand.
Campione rappresentativo di 900 marchi fashion italiani.
Il 79% dei brand di moda italiani utilizza www come nome del sottodominio principale
Dati per esteso in formato tabellare:
3° livello di dominio | % | Nr. brands |
---|---|---|
Inizia con WWW | 79,1% | 712 |
Non inizia con WWW | 2,2% | 20 |
3° livello non presente | 18,7% | 168 |
Inoltre sul tema dei sottodomini ti consiglio di leggere anche questa risorsa che ti darà le giuste indicazioni relativamente alla creazione del tuo ecommerce da un punto di vista di URL e dominio da utilizzare rispetto al sito web.
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SEO: meglio Sottodominio o Sottocartella per il tuo Ecommerce?
Ti do subito la risposta veloce se sai già la differenza tra dominio e sottodominio e se conosci l’opinione ufficiale di Google. E’ meglio utilizzare un UNICO DOMINIO per gestire tutte le tue attività digitali del tuo brand (che siano ecommerce, sito istituzionale, pagine di servizio cliente, sezione blog, lookbook, pagine speciali dedicate a capsule
06/05/2020 Read more
Scegli un dominio “sicuro”
Se sei in procinto di scegliere e acquistare il tuo dominio i principali servizi online ti daranno già in automatico (e gratuitamente) la possibilità di utilizzare il dominio in modalità “sicura” ovvero con il protocollo HTTPS a distinguere il naming del tuo sito.
Come lo riconosci? Lo vedi subito all’interno del link di un sito o nella barra degli indirizzi del tuo browser.
https://www.nomebrand.com
E’ importante che il tuo sito abbia un dominio che inizia con https per due motivi essenziali:
- l’utilizzo del protocollo HTTPS è un fattore di ranking SEO, quindi influenza direttamente la visibilità del tuo sito su Google
- i browser segnalano la bontà del sito direttamente vicino alla barra dell’URL se un sito è sicuro, sconsigliando l’ingresso su siti che sono ancora settati con il protocollo http
Se vuoi saperne di più su questa tematica ti lascio di seguito una risorsa dedicata proprio all’importanza dell’utilizzo del protocollo HTTPS per il tuo sito ed ecommerce.
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HTTPS: perchè è fondamentale per un ecommerce?
Sapevi che il 98% dei marchi della moda italiana con Ecommerce attivo sta utilizzando il protocollo HTTPS per migliorare il proprio posizionamento SEO e la propria autorità verso utenti e clienti? Perchè se il tuo ecommerce non ha ancora quel “https://” davanti all’URL del tuo dominio allora è fondamentale passare al più presto da HTTP
26/05/2020 Read more
Acquista prima il dominio e poi la tecnologia del tuo sito
Altro punto che può sembrare scontato ma su cui ho visto qualche situazione noiosa che non vorrei capiti mai a te.
Quando acquisti un sito o un ecommerce, o se questa attività viene demandata a terzi (un agenzia di web design, un agenzia di ecommerce service providing, un freelance) il proprietario del dominio devi essere sempre tu, e la tua proprietà potrà essere concessa per l’utilizzo verso una determinata tecnologia o da un determinato supporto esterno solamente per il periodo di gestione del sito.
Ovvero, dovrai acquistare il dominio del tuo sito in autonomia e separatamente dalla possibilità che una piattaforma tecnologica o agenzia lo acquisti per conto tuo, rendendoti di fatto un “non proprietario” del dominio e una volta deciso di cambiare tecnologia o cambiare supporto esterno, ritrovarsi a dover discutere (in alcuni casi anche economicamente) relativamente alla cessione del dominio.
In questo modo sarai tutelato nel cambiare “motore” o “pilota” della tua auto senza che ti venga portato via lo stemma dal cofano.
Perdere il proprio dominio e doverlo riacquistare vuole dire buttare via tutto il lavoro fatto in chiave branding e SEO, e ricominciare da zero per costruire nuovamente traffico e autorevolezza.
Dove poter registrare e acquistare il proprio dominio?
Una volta che sulla carta hai finalmente deciso come si chiamerà il tuo sito e che tutti gli accorgimenti di sicurezza e SEO sono stati affrontati, è arrivato il momento di acquistare il tuo dominio.
I servizi disponibili sul mercato sono tantissimi ma te ne cito 2 per conoscenza personale e di “fama” da altri utilizzatori:
- Register.it : è il servizio che attualmente utilizzo e che da anni mi ha sempre offerto ottimi prezzi uniti ad una gestione semplice per quanto riguarda i domini. Inoltre è già connesso a piattaforme come WordPress e Woocommerce che con pochi euro in più al mese permettono di avere un sito e un ecommerce facilmente configurabile e gestibile.
Questo servizio permette di acquistare sia domini .com che .it e di avere da subito il protocollo HTTPS già pronto e incluso nel prezzo. - Aruba : non l’ho mai usato personalmente ma tutti coloro che lo usano ne parlano molto bene. Come per Register valgono tutti i punti discussi appena sopra (tecnologia ecommerce e sito web, HTTPS, domini .com e .it )
Scegli pure uno dei due e andrai a “colpo sicuro”.
Ricordati di rinnovare il dominio del tuo sito prima della scadenza naturale
Ricorda sempre che se quando acquisterai il tuo dominio non sarà tuo per sempre, ma solo per la durata del rinnovo che andrai a sottoscrivere. Diciamo che più che un proprietario sei considerato un “affittuario” del tuo dominio.
Quando acquisti un dominio, solitamente i servizi dedicati alla vendita di uno specifico dominio ti offrono la possibilità di acquistare per uno o più anni così da garantire al proprietario del sito web di poter dormire sereno per qualche tempo senza che il suo sito perda la proprietà del nome da un giorno all’altro (ovviamente è un estremizzazione, in quanto qualche mese prima della scadenza verrai bombardato da mail di rinnovo).
Il mio consiglio è di optare per un primo acquisto a 3 anni così da capire se il progetto digitale che stai costruendo ha la giusta potenzialità di crescita (e tre anni sono un buon lasso di tempo per vedere l’evoluzione delle fasi di startup del progetto sino alla fase di messa a punto e crescita).
Inoltre come recita il titolo di questo punto, ricordati di rinnovare per tempo il tuo dominio in scadenza prima che per qualche mail non letta passi nelle mani di un altro acquirente omonimo, oppure metta in “blackout” il tuo sito e ecommerce.
Ti consiglio di acquistare il dominio con la tua mail o con un email aziendale a cui hai accesso, senza far procedere all’acquisto attraverso la mail di uno dei tuoi dipendenti. Se daranno le dimissioni rischierai di perdere il tuo dominio per un’errore così banale.
Nel dubbio, acquista anche le altre varianti
Se il progetto digitale che stai iniziando (sia esso il tuo sito istituzionale, il tuo ecommerce o il sito aziendale di gruppo) è un progetto che nel breve vedrà una crescita esplosiva in termini di traffico e visibilità, allora ti consiglio di acquistare sin da subito le varianti “locali” dai paesi che riceveranno più traffico o su cui verrà costruito un progetto dedicato.
Ad esempio:
- il tuo ecommerce aprirà da subito investimenti marketing importanti in Italia, Spagna e Francia? Allora compra anche le versioni .it , .es e .fr del nome del sito così da impedire a resellers, commercianti del settore fake/grey o da altre attività, di acquistare un dominio ufficiale e farti concorrenza diretta.
- Hai in piano per i prossimi mesi di aprire in Giappone e Sud Corea? Allora compra sin da subito i domini .jp e .kr per averli disponibili sin da subito e assicurarti contro ogni evenienza.
Infine se, come già discusso in un esempio precedente, darai la gestione di uno o più paesi a resellers o distributori locali, acquista tu il dominio così da avere la proprietà in caso di cambi di gestione e partner, o di volontà di gestire in maniera diretta quello specifico paese.
Attenzione quando acquisti più versioni localizzate del dominio: se non andrai ad aprire da subito varianti del tuo ecommerce localizzate ricorda di reindirizzare i domini locali verso il dominio principale (ad esempio reindirizzando il dominio .it verso il .com , così che se un utente clicca su iltuodominio.it andrà a finire in automatico sul .com, senza generare pagine inesistenti o peggio duplicazione dei contenuti che ti andrebbero a penalizzare lato SEO e motori di ricerca).
Come vedi, anche per un argomento così semplice e “basico” ci sono molti fattori da tenere in considerazione per costruire il proprio brand digitale in maniera perfetta e per gestirlo nel lungo periodo senza intoppi.
Se questa risorsa ti è piaciuta e vorresti passare al prossimo step del tuo progetto, iscriviti alla mia newsletter (utilizzando il form sottostante) per ricevere tutti i passi necessari per costruire il tuo business digitale e farlo crescere grazie alle migliori strategie di marketing e ecommerce.
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Prima pubblicazione: 30 Luglio 2020
Ultimo aggiornamento: 3 Settembre 2020
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