Popup newsletter: quanti lo utilizzano in maniera “fastidiosa”?
Dopo aver visto quanti brand della moda italiana utilizzino il canale di Email Marketing (o Newsletter) come strumento aggiuntivo per generare fatturato ad alta profittabilità, voglio condividere con te una nuova analisi dedicata al celebre “popup di iscrizione alla newsletter” e più in particolare quanti brand lo utilizzano senza alcun tipo di “controllo” aprendo l’overlay al primo accesso di qualunque utente e rendendo quindi meno performante questo strumento che invece dev’essere gestito in maniera strategica per ottenere i futuri clienti e non persone “inciampate” per caso nel tanto fastidioso popup.
Cosa intendo per “gestire in maniera corretta il popup di iscrizione alla newsletter”?
La miglior gestione del modulo di iscrizione alla newsletter a comparsa tramite overlay è di mostrarlo solamente a persone che potenzialmente sono interessate ad iscriversi alla mia mailing list poichè interessate al mio prodotto e al mio brand.
Come non usare il popup della newsletter?
Se l’obiettivo è di far crescere il numero dei propri iscritti senza curarsi della reale qualità di chi si sta acquisendo (facendo poi molta più fatica a trasformare gli iscritti in nuovi clienti e da nuovi clienti a “repeated clients” / VIP) le azioni da fare sono le seguenti (da leggere come “azioni da non fare se si vuole costruire un database altamente performante nel tempo):
Apertura immediata del popup al caricamento della prima pagina vista un utente al suo primo accesso al sito: un utente può aver cliccato su un nostro link anche senza sapere chi siamo e se la prima cosa che comunichiamo è “iscriviti” è come entrare in un negozio e, appena messo piede dentro, un omino grande come un armadio ci si piazza davanti, ci mostra un foglio e una penna e ci chiede “vuole iscriversi alla nostra mailing list?”. Tu lo faresti se non conosci nulla di quel negozio? E perchè un utente online dovrebbe comportarsi diversamente?
Non rispettare le “gerarchie di apertura” di altri overlays, ad esempio per molti siti il popup della newsletter appare assieme a quello della GDPR, e in meno casi appare in contemporanea anche la chat, la richiesta di iscriversi alle Push Notifications o ulteriori overlays per avvisare di promozioni o spedizioni gratuite.
Dimensioni eccessive del form: in tanti casi la grandezza del form occupa tutta l’altezza dello schermo su desktop (su mobile ormai è la normalità) rendendo invisibile il logo del brand, il contenuto del sito, e di tanto in tanto il form è così lungo da impedire la visualizzazione dello stesso pulsante “iscriviti” che va “scrollato” per poterlo utilizzare.
Apertura nelle pagine di carrello o pagamento, rischiando di rallentare o addirittura fermare il processo di finalizzazione all’acquisto
Cosa poter fare per massimizzare la resa del popup?
Utilizzare un apertura “ritardata” da fattori quali: la profondità di navigazione o le pagine viste, il numero di clic, il tempo speso sul sito, il ritorno sul sito dopo una sessione di scoperta del brand, su clienti o utenti registrati al sito non ancora iscritti alla newsletter. In questo modo il popup si aprirà meno volte, ma a persone sicuramente più in target con il nostro brand.
Minimizzare i dati richiesti e nel caso di ulteriori dati necessari per impreziosire il database procedere con un popup multistep (iscrivendo l’utente con i dati minimi e mostrando subito dopo ulteriori campi “non obbligatori”) o con una comunicazione dedicata, ad esempio via newsletter, per non “rallentare” la fase di acquisto (sopratutto se il popup si aprirà in una pagina di vendita). Quali sono i campi minimi suggeriti? Email, genere (se si vendono prodotti “multi-gender”), nome (se le comunicazioni utilizzano il nome dell’iscritto). Tutto il resto è in eccesso se non condiziona l’invio delle newsletter. Se vuoi scoprire di più sui dati essenziali per il CRM ti consiglio questa guida ai dati migliori per un database.
Sfruttare la fase di registrazione e di pagamento per acquisire utenti che stanno già inserendo i loro dati. E come farlo? Non con un popup ma con un “flag” da poter selezionare per iscriversi automaticamente durante l’azione che stanno eseguendo.
Memorizzare i già iscritti così da non richiedere all’infinito a chi già è parte del nostro database. In aggiunta si potrebbe usare il tracciamento delle newsletter per riuscire a escludere chi usa più device e quindi cookie differenti.
Dare “tregua” ai non intenzionati, ovvero come per il punto precedente memorizzare il numero di “rifiuti” e oltre un minimo non mostrare più il popup per un periodo di tempo o numero di accessi.
Ora che sai cosa intendo per un buon popup di iscrizione alla newsletter, ti lascio alla mia analisi, che ho focalizzato sull’area della homepage che solitamente è il punto più lontano dall’acquisto e quindi quello in cui si trovano meno utenti in linea con i nostri clienti tipo.
Quanti brand del fashion italiano utilizzano il popup di iscrizione alla newsletter in homepage?
Prendendo in esame solamente i marchi che utilizano la newsletter come strumento di comunicazione, puoi notare la percentuale di coloro che mostrano il popup “alla prima visita in homepage”.
Il 64% dei marchi di moda italiani non utilizza un popup di iscrizione in homepage “senza interazioni”.
Dati per esteso in formato tabellare:
Popup Newsletter
%
Nr. brands
Non presente
64%
364
Attivo
36%
205
Valori in numero assoluto.
Campione rappresentativo di 569 marchi fashion italiani con possibilità di iscrizione alla newsletter all’interno del proprio sito o ecommerce
Di seguito l’analisi è stata fatta solo su brand che hanno un ecommerce attivo e quindi più “interessati” a massimizzare il database online e le vendite derivanti dal canale email.
Quanti marchi con ecommerce attivo utilizzano il popup newsletter in homepage?
Il 60% dei marchi di moda italiani con ecommerce attivo non utilizza un popup di iscrizione in homepage.
Dati per esteso in formato tabellare:
Popup Newsletter
%
Nr. brands
Non presente
60%
293
Attivo
40%
195
Valori in numero assoluto.
Campione rappresentativo di 488 marchi fashion italiani con ecommerce attivo e con possibilità di iscrizione alla newsletter
Ho analizzato anche i brand senza un ecommerce attivo, ma solo presenti online con un sito vetrina (o istituzionale).
Quanti marchi senza ecommerce utilizzano il popup newsletter in homepage?
L’88% dei marchi di moda italiani senza ecommerce attivo non utilizza un popup di iscrizione in homepage.
Dati per esteso in formato tabellare:
Popup Newsletter
%
Nr. brands
Non presente
88%
71
Attivo
12%
10
Valori in numero assoluto.
Campione rappresentativo di 81 marchi fashion italiani senza ecommerce e con possibilità di iscrizione alla newsletter
Come regalo extra ti segnalo qualche esempio di popup interessante che arriva sia dai marchi da me analizzati che da brand del fashion internazionale o da categorie merceologiche varie.
Può esserti utile come spunto per realizzare un modulo di iscrizione meno “identico” agli altri e più di impatto grazie ad elementi grafici, di comunicazione o di branding.
Esempi di popup “differenti”
Utilizzare le gif per “animare” il popup
Blazé Milano
www.blaze-milano.com (clicca per visualizzare la gif in movimento all’apertura del popup)
Forme differenti rispetto al solito “rettangolone”
Trasformare l’iscrizione in un momento di “gaming”
Tundem
tundem.shop (clicca sul link ed effettua l’iscrizione per vedere la ruota in azione)
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Prima pubblicazione: 10 Agosto 2020 Ultimo aggiornamento: 20 Ottobre 2020