Partiamo subito dall’opposto, così da sapere sin da subito cosa significa “non fare marketing”.
Cosa vuol dire non fare marketing?
Vuol dire non fare assolutamente nulla per vendere meglio.
Vuol dire, ad esempio, aprire uno store fisico e non fare assolutamente nulla per ottimizzare sin da subito la resa che potrà avere, puntando il dito sulla mappa e scegliendo la prima zona della città che appare.
Oppure, un aprire il proprio ecommerce e mandarlo online così come esce “dalla fabbrica”, con la sua grafica e colori standard, senza modificare assolutamente nulla.
Ovviamente sono delle situazioni di esempio che non credo accadranno mai, ma è per farti capire che fare marketing racchiude qualsiasi azione volta a migliorare il numero e il valore delle vendite, oltre che a migliorare la profittabilità finale.
Sicuramente non è l’attività di sperare di poter vendere in automatico senza dover sviluppare alcuna strategia di ottimizzazione.
E invece
Cosa vuol dire fare marketing?
Fare marketing vuol dire prendere tutte le attività “standard” che possono generare o supportare la vendita e migliorarle in maniera costante per renderle più “performanti”, ovvero che possano far concludere un acquisto in modo più veloce, intuitivo, ad un più alto scontrino medio, con una più alta marginalità o con un più alto numero di sku acquistate.
Tornando agli esempi estremi di prima, è vero che è possibile tentare la sorte scegliendo la località di apertura di un negozio puntando il dito sulla mappa ma la prima attività che si fa di solito è quella di analizzare le diverse variabili che possono incidere sugli ingressi e visibilità che il negozio può avere, come ad esempio la stima del traffico pedonale nelle diverse vie di un’area, oppure il posizionamento all’inizio, alla fine o in una specifica altezza di una via per avere maggiore possibilità di essere notati rispetto ai negozi circostanti o di essere posizionati rispetto ad una specifica fascia di prezzo (ad esempio aprendo nelle vie del lusso per aumentare la percezione del brand).
Oppure nel caso dell’ecommerce, anziché prendere il primo template ci viene sotto mano, magari andremo a sceglierne uno simile a quello che viene usato dai competitor del settore (così da non partire troppo distanti e andare a migliorarlo) oppure, se non siamo in grado di giudicare in autonomia la bontà di un template grafico possiamo addirittura chiedere ad un esperto di usabilità che ci consigli qual è il miglior template per vendere il nostro prodotto. Non il più bello, ma il migliore in termini di conversione alla vendita, ovvero che riesca a vendere di più.
Fare marketing vuol dire continuare a migliorare giorno dopo giorno sulla base di ciò che succede, grazie ai dati in nostro possesso e ai trend del mercato, migliorando la strategia, le azioni e i metodi di comunicazione con il cliente finale.
E come si fa a fare marketing?
Lo si fa in diversi modi. Lo si può fare nel modo più “classico”, ovvero nel modo in cui viene inteso il marketing dalla maggior parte dei non addetti ai lavori: fare pubblicità investendo del denaro per aumentare in maniera “forzata” la visibilità dell’azienda o prodotti verso a un pubblico più ampio rispetto a quelle che normalmente potrebbero imbattersi in maniera spontanea.
Non esiste solo la pubblicità. Esiste anche l’azione di stimolo di utenti che entrano in contatto con l’azienda, per portarli nella maniera più veloce alla finalizzazione di un acquisto. Ad esempio su un ecommerce lo si può fare inviando una newsletter per avvisare di una promozione o di un nuovo prodotto, oppure durante la navigazione sulle pagine dell’ecommerce proponendo una selezione di prodotti correlati ai suoi gusti.
Oppure si può fare marketing andando a scegliere i prodotti da mostrare in una vetrina digitale all’interno di un ecommerce attraverso l’attività di visual merchandising, non “a sensazione” ma con i dati statistici di vendita, di visualizzazione dei prodotti, di prodotti che potrebbero aver bisogno di una “spinta” ulteriore a livello di visibilità.
Un altra attività è quella di decidere quali migliorie apportare in negozio o sull’ecommerce per poter vendere di più, ad esempio sistemando la cassa in una posizione differente per aiutare il cliente a sentirsi più libero di curiosare e dando la possibilità allo Store Manager di aiutarlo e traghettarlo verso la fase di pagamento.
Un parallelo può essere nell’online dove si può analizzare e migliorare il sito per far sì che i carrelli vengano abbandonati in minore percentuale, o che i prodotti vengano maggiormente cliccati o che il tempo sul sito cresca ulteriormente (nello specifico l’attività di UX, ovvero la cura della User Experience o Esperienza dell’Utente).
E’ quindi difficile fare una lista di tutte le attività che rientrano sotto il cappello del marketing, perchè sono attività che possono coinvolgere team differenti che non hanno a che fare tutti i giorni con il marketing (ad esempio il customer care durante la fase di pre-vendita per aiutare il cliente ad acquistare).
L’importante è sempre tenere a mente l’obiettivo principale del marketing, e se l’attività che si sta facendo persegue quell’obiettivo allora “stiamo facendo marketing”.